ADOLESCENZA e LOCK DOWN
28 Aprile 2020
Nell'età dell'esplorazione e della socializzazione il Lock Down è per gli adolescenti una sfida Contro Evolutiva. Ce ne parla il Dottor Gabriele Bommartini, nostro Psicoterapeuta che da anni lavora con gli adolescenti.L'adolescenza è l'età dell'
esplorazione, parola che ispira dinamicità, cambiamento, movimento. è il periodo in cui i ragazzi devono affrontare dei compiti necessari per l'
evoluzione, quali la separazione e l'individuazione dalle figure genitoriali di riferimento. Si comincia a pensare al proprio corpo in cambiamento attraverso le esperienze di vita, sperimentando come funziona questo nuovo strumento all'interno di una partita di basket, come si comporta in un'uscita con le amiche, cosa fa provare quando si avvicina ad un altro corpo amato.
È l'età della
socializzazione, quando lo sguardo dei pari diventa tremendamente significativo, perché solo quello in ultima analisi, può dire realmente se i compiti sono stati fatti bene, se il percorso di crescita sta realmente funzionando.
Infine è anche l'età del
futuro, dove tutto è proiettato verso il domani, la scuola, il lavoro, l'amore, le scelte.
Va da sé che questa situazione di lock down, tralasciando i significati profondi che può scatenare la pandemia che lo ha causato,
blocca significativamente lo svolgimento di tutti questi compiti evolutivi. Sono state necessariamente rimandate tutte le esperienze di lontananza dai genitori, da casa, l'esplorazione del mondo attraverso le esperienze corporee, la socializzazione.
La mente, programmata biologicamente per correre, spaziare, volare, deve fare una brusca frenata, contro evolutiva.È anche vero però che la mente di un adolescente è programmata per affrontare la perdita di equilibrio, trovare sempre un nuovo adattamento, ed è in questo caso che i ragazzi mettono in
circolo soluzioni estreme, che in altri momenti sarebbero da considerare controevolitive, ma che in questa situazione possono essere considerate in realtà adattive. L'utilizzo massiccio della tecnologia, attraverso videochiamate o playstation parties, favorisce la socializzazione, un contatto, seppur virtuale, con il mondo dei pari così essenziale per lo sviluppo. Ritagliarsi spazi anomali della giornata, come stare svegli più ore del solito e dormire durante le ore del giorno, permette il ritagliarsi spazi di intimità altrimenti inaccessibili, simbolicamente lontano dallo sguardo genitoriale. Evitare di pensare al futuro, futuro che oggi più che mai è incerto per tutto quel mondo adulto che dovrebbe salvaguardarlo, e vivere giorno per giorno, permette di non angosciarsi estremamente. Allenare ossessivamente il proprio corpo, perfezionare i muscoli, la loro tonicità, permette di trovarsi pronti per un domani, prepararsi, anticipare, non farsi trovare inadatti di fronte alle sfide future, qualsiasi esse siano.
Va da sé che i compiti richiesti ai genitori di adolescenti che vivono immersi dentro questa condizione di lock down non sono meno drammatici, faticosi, contradditori, esageratamente complessi, a volte irrisolvibili. A tal proposito mi viene in mente una lettura, che racconta una rivisitazione (l'ennesima) del personaggio, l'eroe più umano che si sia mai affacciato sulla scena mitica: Ulisse. Guardando il neonato figlio Telemaco che da giorni piangeva inconsolabile alle cure della madre e delle nutrici, lo prese in braccio e disse:
“Caro figliolo, hai ragione, questo mondo è un posto selvaggio e terribile, merita le tue urla. Ma adesso sei al sicuro, e tutti noi abbiamo bisogno di dormire. Ci vuoi conceder un po' di pace?” (Circe, Madeline Miller, 2018). Come adulti non possiamo negare la drammaticità del momento di sfida, ma possiamo anche fare proprio come i nostri ragazzi, prenderci del tempo per riposare e per pensare, in modo da essere pronti per il domani, senza cercare una soluzione nell'immediato.
Gabriele Bommartini
Psicologo e Psicoterapeuta
Centro di Psicologia e Psicoterapia
Centro Medico Monterosa
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