La visita proctologica è l’occasione per inquadrare in maniera rapida, efficace e senza particolari traumatismi, le problematiche mediche piú comuni (nella stragrande maggioranza dei casi di tipo benigno) che interessano l’ultimo tratto dell’intestino, ovvero il retto, e la regione anale.
Tali problematiche sono rappresentate tipicamente dalla patologia emorroidaria, dalle ragadi anali, e secondariamente da fistole ed ascessi perianali. Infine, anche se in una piccolissima percentuale di casi, la visita puó essere l’occasione per rilevare precocemente i segni di una problematica oncologica (tumorale) che interessi il colon ed il retto.
Come si svolge la visita proctologica?
Dopo un breve colloquio con il medico, il paziente viene esaminato a livello addominale e quindi fatto accomodare su di un fianco, in modo da poter esplorare visivamente la regione perianale. L’esplorazione rettale consente al medico, tramite l’introduzione del dito indice, di rilevare irregolarità e tumefazioni interne come ragadi o emorroidi, oltre a valutare l’elasticità e la funzionalità dello sfintere anale. La visita si conclude solitamente con l’introduzione dell’anoscopio, uno strumento monouso in plastica, lungo pochi centimetri e del diametro simile a quello di un dito, che grazie ad una fonte luminosa consente di visualizzare internamente l’ultimo tratto del retto e del canale anale, alla ricerca di irregolarità o fonti di sanguinamento.
La visita dura solitamente, con il colloquio che la precede, meno di 30 minuti; di questi, solo 5-10 minuti sono dedicati ad esame obiettivo, esplorazione rettale ed anoscopia.